Magneti Marelli, la preoccupazione dei sindacati per l'indotto

di Patrizio Iavarone

16 Settembre 2024

Alla Magneti Marelli di Sulmona si lavora per undici giorni al mese: lo stipendio e i contributi sono gli stessi, ma i 462 dipendenti, tra cui 40 impiegati e 422 operai, sono tutto tranne che rilassati. Perché il contratto di solidarietà firmato a fine luglio e che andrà avanti fino ad agosto del 2025, è tutt’altro che rassicurante. E’ il segno di una crisi che parte da lontano, arriva vicino fino allo stabilimento Sevel di Atessa da dove provengono, grazie al Ducato, l’80% delle commesse, e approda in Valle Peligna, dove a risentirne non sono solo i quasi cinquecento dell’ex Fiat. In crisi e preoccupato è anche e soprattutto il mondo che gira attorno a questa fabbrica e lo sono i sindacati che oggi rilanciano l’allarme e le preoccupazioni per l’indotto. A partire dai lavoratori dell’appalto multiservizi che si trovano in questo periodo a dover usufruire del Fondo di solidarietà per fronteggiare il taglio ai servizi che la committente Marelli ha predisposto. Loro come tante altre aziende che dalla più grande fabbrica della Valle Peligna in qualche modo dipendono, chi più, chi meno. Le rassicurazioni che arrivano dalla Regione e dall’ad di Stellantis Tavares non bastano: la crisi dell’automotive rischia di creare un vero e proprio terremoto nell’apparato produttivo regionale, devastante, in caso di chiusura della Magneti Marelli, a Sulmona. Dove d’altronde gli investimenti sono fermi e i macchinari in gran parte obsoleti. L’unico stabilimento del Gruppo a non avere un budget per il rilancio. “Invitiamo le Istituzioni e la Comunità locale a prestare attenzione anche a coloro che, con il proprio lavoro, garantiscono, insieme ai dipendenti diretti, il buon funzionamento dello stabilimento, ma che troppo spesso vengono dimenticati e lasciati ai margini delle trattative” dicono Cgil, Cisl e Uil. Le commesse di Ducato, nonostante il rallentamento della produzione, sono garantite fino al 2031, ma la questione della Magneti Marelli va affrontata con sufficiente anticipo per predisporre una cura che sia in grado di andare oltre la sopravvivenza a tempo.

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