17 Settembre 2024
Approda in un’aula semivuota del consiglio comunale di Sulmona, per l’annunciato boicottaggio della maggioranza e di Fratelli d’Italia, ma per altri motivi, il caso di Leonardo Ciaccio, il braccio destro di Matteo Messina Denaro che da maggio scorso frequenta la biblioteca diocesana di Santa Chiara come volontario bibliotecario. Una decisione del tribunale di Sorveglianza contro cui ha fatto ricorso la Corte d’Appello dell’Aquila e che nei fatti ha permesso al mafioso, mai pentito e condannato all’ergastolo, di accedere, dopo venti anni di carcere, al regime di semilibertà per buona condotta. Dal martedì al venerdì, dalle 9 alle 13, Ciaccio esce da via Lamaccio e si reca nella centralissima piazza Garibaldi per trovare rifugio nei libri. Una frequentazione di cui la città e il sindaco non sapevano nulla e che, per questo, è stata oggetto di una domanda di attualità da parte della consigliera comunale Teresa Nannarone che, d’altronde, in Aula, già tempo fa, aveva portato l’approvazione di un protocollo contro le infiltrazioni della criminalità organizzata sul territorio. Il sindaco Gianfranco Di Piero ha spiegato di non avere voce in capitolo sulla decisione, frutto di un accordo tra la Diocesi e il ministero, ma di aver chiesto ai vertici delle forze dell’ordine di intensificare i controlli. Il problema, ha spiegato il sindaco, non è tanto che lavori in biblioteca, quanto che uscendo possa stabilire contatti. Di esempi, proprio a Sulmona, con il caso Mallardo, d’altronde, ce ne sono già. La presenza di una Casa di reclusione con detenuti di alta sicurezza, quasi tutti condannati all’ergastolo o comunque a pene lunghe, infatti, è motivo sul territorio della radicalizzazione delle famiglie e, spesso, quando escono, degli stessi detenuti. Nulla di male, se davvero i libri fossero sufficienti a cambiare.