14 Aprile 2025
Un sospiro di sollievo per l'economia regionale arriva dalla tregua nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea. Le misure protezionistiche inizialmente paventate dall'amministrazione Trump avrebbero potuto avere ripercussioni significative sul tessuto produttivo italiano, e in particolare sull'Abruzzo. La nostra regione, infatti, si attesta al quarto posto in Italia per grado di esposizione sul mercato statunitense. Un dato che emerge chiaramente dall'analisi del Centro studi di Confartigianato Chieti L'Aquila, che ha aggiornato le proprie stime sul rapporto tra l'export manifatturiero e il valore aggiunto del 2022. A livello regionale, questa percentuale si attesta al 5%, superando la media nazionale del 3,6%. Ancora più rilevante è la situazione della provincia dell'Aquila, che con un valore del 15,1% si posiziona al terzo posto in Italia per questa specifica metrica. Un dato che sottolinea la forte dipendenza del territorio aquilano dalle dinamiche commerciali con gli Stati Uniti. L'analisi di Confartigianato evidenzia come l'export manifatturiero abruzzese verso gli USA abbia raggiunto nel 2024 quota 1.619 milioni di euro, registrando una crescita del 9,9%, performance che colloca la regione al quinto posto a livello nazionale, in controtendenza rispetto al calo medio italiano del 3,6%. Scendendo nel dettaglio territoriale, dopo la provincia dell'Aquila, troviamo Chieti con 291 milioni di euro di export e una crescita del 46,1%, seguita da Teramo con 131 milioni di euro, ma con un calo del 29,6% e Pescara con 64 milioni di euro con una crescita del 33,2%. La moratoria sui dazi apre importanti spazi per la negoziazione ma è cruciale che le imprese abruzzesi continuino a puntare sulla qualità delle produzioni, un elemento distintivo che il mercato statunitense sa apprezzare.