14 Aprile 2025
Tensione alta nel settore sanitario abruzzese. La UIL denuncia con forza il rischio di una paralisi dei servizi a causa di una recente disposizione regionale che blocca le nuove assunzioni e i rinnovi contrattuali per il personale amministrativo delle ASL. La nota fa riferimento a una direttiva del dipartimento Salute della regione Abruzzo. Tale direttiva, a firma del direttore Emanuela Grimaldi e del dirigente del servizio risorse umane Marina Febo, impone alle aziende sanitarie locali di sospendere qualsiasi procedura di reclutamento per il personale amministrativo, inclusi i rinnovi dei contratti di somministrazione e le consulenze esterne. La motivazione ufficiale è il contenimento della spesa sanitaria. La decisione giunge in seguito all'approvazione della legge regionale numero 9, "Disposizioni in materia tributaria e sanitaria", votata lo scorso 4 aprile, che ha visto anche l'introduzione del contestato aumento dell'addizionale Irpef per far fronte al deficit del sistema sanitario regionale. La UIL FPL non ha tardato a esprimere la propria preoccupazione. «Se si darà seguito a questa disposizione – si legge nella nota – si arriverà alla paralisi di tutti i servizi delle aziende sanitarie abruzzesi». Pur riconoscendo il ruolo cruciale del personale sanitario, il sindacato sottolinea come il personale amministrativo sia «fondamentale» per il funzionamento delle ASL, occupandosi di tutte le attività burocratiche necessarie, dalla gestione del personale all'erogazione di beni e servizi. Viene inoltre evidenziata la «importante esperienza professionale» maturata da questi lavoratori nel corso degli anni, un patrimonio che, secondo la UIL FPL, non può essere disperso. Il sindacato chiede dunque alla Regione un ripensamento urgente, sollecitando la «revoca di questa disposizione». In caso contrario, Ginnetti, Giorgi e Incorvati avvertono che saranno intraprese «azioni di tutela nei confronti dei lavoratori e degli utenti unitamente alle altre sigle sindacali». La decisione della Regione apre dunque un nuovo fronte di scontro nel già delicato panorama della sanità abruzzese, con potenziali ripercussioni sulla qualità e l'efficienza dei servizi offerti ai cittadini.