20 Dicembre 2016
Giornata convulsa e febbrile per la sanità del Capoluogo D'Abruzzo: di primo mattino, infatti, hanno cominciato a circolare con insistenza voci sulla volontà , quasi irrevocabile, del professor Renato Galzio di dimettersi da direttore dell'Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia dell'Ospedale San Salvatore dell'Aquila. A far da amplificatore al malessere del luminare Guido Liris, egli stesso medico ma anche consigliere comunale di opposizione in quota Forza Italia. Il motivo della dura presa di posizione di Galzio, per Liris, sarebbe da ricondurre all'ennesimo capitolo della battaglia, portata avanti in ambienti marsicani ed in essere ormai da questa estate, tesa a salvaguardare l'Unità di Neurochirurgia attiva nel nosocomio Santissimi Filippo e Nicola di Avezzano ed attualmente in animazione sospesa per mancanza di personale. Capitolo sostanziatosi, durante il fine settimana, con le dichiarazioni di Roberto Mastrostefano. Mastrostefano, neurochirurgo avezzanese, aveva lanciato la proposta shock di modificare in maniera radicale gli attuali assetti gestionali dell'Azienda Sanitaria, chiudendo l'Unità aquilana e spostando su Avezzano tutta la massa critica operativa. Per Liris, un vero e proprio attacco frontale portato sia al territorio del Capoluogo d'Abruzzo che allo stesso Galzio, il quale, di conseguenza avrebbe deciso di dissotterrare quell'ascia di guerra già imbracciata in agosto. All'epoca, infatti, Galzio, sempre a causa di ingerenze esterne che avevano estremizzato il dualismo L'Aquila-Avezzano in materia di Neurochirurgia, aveva minacciato per la prima volta di lasciare la guida dell'Unità aquilana. Lo strappo era poi stato ritessuto con un intenso lavorio dall'Assessore Regionale Silvio Paolucci e dal Manager della Asl  aquilana Rinaldo Tordera. Lo stesso Tordera che, in tarda mattinata, ha sconfessato e scacciato i venti di crisi affermando come, sulla sua scrivania, non sia pervenuta nessuna lettera di dimissioni da parte di Galzio e che, nel caso, questa sarebbe stata prontamente rimandata al mittente per salvaguardare un'eccellenza e una professionalità tutta aquilana. Nel più classico dei cerchiobottismi, però, Tordera si lascia andare anche ad un forte possibilismo sulla riapertura dell'Unità marsicana. La condizione fondamentale, una implementazione di organico che possa garantire agli utenti alti livelli di sicurezza e prestazione. Il tutto mentre la discussione sulla Neurochirurgia, a L'Aquila, potrebbe approdare anche in Consiglio Comunale. Sotto la cenere, in definitiva, le braci del campanilismo sono tutto fuorché spente.