06 Settembre 2024
Metanodotto e centrale Snam possono andare avanti: è quanto ha deciso il Consiglio di Stato che oggi ha pubblicato la sentenza relativa al ricorso presentato dal Comune di Sulmona, uno dei tanti, in merito alla validità della valutazione di compatibilità ambientale del progetto che, sosteneva il Comune, doveva considerarsi scaduta perché risalente al 2011 e quindi undici anni prima che il ministero, con decreto del 29 novembre del 2022, autorizzasse il progetto definitivo dell’opera. Un periodo ben oltre i cinque anni che la legge prevede per la validità delle valutazioni di impatto ambientale, ma che, ha sostenuto il Tar e confermato ora il Consiglio di Stato, non vale in questo caso, perché la legge in questione è entrata in vigore dopo la concessione della VIA. Secondo il principio della certezza del diritto, insomma, il Collegio ha ritenuto non applicabile retroattivamente il termine di efficacia del giudizio di compatibilità ambientale. Respinti anche gli altri motivi del ricorso: ovvero il fatto che centrale di spinta e metanodotto avessero una stessa autorizzazione, ma poi abbiano seguito percorsi burocratici diversi, e che il metanodotto non avrebbe rispettato le prescrizioni imposte dalla VIA. Il Consiglio di Stato ha condannato il Comune anche a pagare le spese di giudizio: 8mila euro che si aggiungono ai 15mila già sborsati in primo grado. Un duro colpo per il Comune che, ormai, ha dal punto di vista giuridico una sola carta ancora in piedi, ovvero il ricorso al Tar contro la centrale di Case Pente i cui lavori, sostiene, sarebbero stati avviati prima che venissero ottemperate tutte le prescrizioni fatte dallo stesso ministero al momento dell’autorizzazione. Motivo questo anche di un esposto fatto dai Comitati cittadini per l’ambiente alla procura di Sulmona che, proprio martedì scorso, si è mossa con un sopralluogo del procuratore capo Luciano D’Angelo sul cantiere, proprio mentre era in corso una manifestazione di protesta di due attivisti dei comitati, incatenatisi ai cancelli del cantiere, partito operativamente per l’edificazione della centrale lunedì scorso. A questo punto le possibilità giuridiche che l’opera di Snam si fermi sono ridotte al lumicino, non alimentato a gas, ovviamente.