Sigilli al Delfico, il sindaco chiede lo stato di emergenza

di Serena Suriani

16 Ottobre 2024

Tutti sul piede di guerra dopo la chiusura del Convitto Delfico. Il sindaco Gianguido D’Alberto torna a chiedere un coinvolgimento diretto degli enti sovraordinati, quali Regione e ministero dell'istruzione, ritenendo necessaria la proclamazione di uno stato di emergenza che permetta di gestire la situazione straordinaria con mezzi straordinari, a partire dalle risorse: “Ora la priorità è che venga riconosciuto uno stato di emergenza. Sono in contatto da giorni con il senatore Bagnai, come intermediario del ministero, affinché venga data copertura finanziaria a questa complessa situazione, ma anche la Regione deve fare la sua parte”, ha detto D’Alberto. L'opposizione punta il dito in particolare sull'assenza di strutture scolastiche capaci di accogliere gli studenti sgomberati improvvisamente dal Delfico. Franco Fracassa (Futuro In), Alessio D'Egidio (gruppo misto) e Maria Cristina Marroni (Teramo è meglio) sottolineano come come a distanza di otto anni dal sisma non sia partita la ricostruzione per le scuole lesionate gravemente, in particolare Savini e San Giuseppe e neppure per quelle che dovevano essere sottoposte a miglioramento sismico, come la De Jacobis dove da sono stati trasferiti i 129 bambini della primaria del Delfico. Il sindaco, dal canto suo, si difende sottolineando che le scuole sono sicure e possono ospitare studenti, come garantito dai Vigili del Fuoco. Nella De Jacobis è stata effettuata una nuova verifica sull’indice di vulnerabilità pari a 0,64. Tutte le scuole, dunque,  sono adeguate per inserire i ragazzi. Ci sarà da lavorare molto anche sul servizio trasporto degli studenti e presto, assicura il primo cittadino, verranno verificate le esigenze per migliorare il servizio. Intanto personale del convitto, docenti, amministrativi e personale ATA, scrivono al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere e dissequestro immediato del palazzo Delfico.

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