30 Ottobre 2024
“Turbativa da un disturbo alla circolazione stradale da parte della vettura, nonostante l’assenza di collisione tra i mezzi”: all’ex comandante dei carabinieri-forestali di Villetta Barrea, Luca Pulsinelli, che morì a seguito di un incidente ad Opi il 15 giugno scorso dopo essere caduto con la sua moto Suzuki 600, insomma, venne tagliata la strada. E’ questo l’esito della perizia cinematica disposta dalla procura della Repubblica di Sulmona e depositata ieri dal tecnico Marco Colagrossi a palazzo Capograssi. Una ricostruzione che, in realtà, conferma il tragico testamento del conducente della Fiat Panda, Antonello De Arcangelis del Forno, che quella sera era alla guida dell’auto intestata alla moglie e che forse per paura scappò dal luogo dell’incidente, tenendosi dentro un segreto poi deflagrato in un gesto estremo, quando cioè a fine settembre scorso l’uomo, 51enne di Opi, si uccise nella sua abitazione lasciando un biglietto nel quale ammetteva le sue responsabilità. Una tragedia nella tragedia che ha lasciati sgomenti gli abitanti dell’Alto Sangro e di San Donato Val Comino, nel frusinate, dove Pulsinelli aveva la famiglia e dove stava tornando quella sera di giugno. I carabinieri di Castel di Sangro, d’altronde, avevano già ricostruito i fatti, grazie anche alle testimonianze di alcuni ciclisti che erano appena stati superati dalla moto di Pulsinelli e che trovarono il carabiniere-forestale a terra, vicino ad un muretto del canale di scolo della Marsicana 83 dove il motociclista, sbattendo la testa, morì sul colpo. Aveva 54 anni.