30 Dicembre 2024
Nelle dichiarazioni rilasciate a Il Resto del Carlino di Marco Perazzini, fratello di Luca, morto insieme al compagno di cordata Cristian Gualdi nel Vallone dell'Inferno sul Corno Grande c'è sicuramente la rabbia ed il dolore di una perdita troppo dolorosa. Parole pesanti come macigni, facilmente capibili per chi può solo immaginare cosa stiano passando le famiglie di chi ha perso in modo cosi drammatico i propri cari e che aprono di nuovo un capitolo sulla sicurezza in montagna. Nell'intervista infatti Marco ipotizza di ricorrerre alla giustizia presentando un esposto contro chi, secondo lui, quel giorno non doveva permettere di accedere alla montagna considerando il mal tempo annunciato. Dolore comprensibile nelle parole di Marco ma resta una domanda. Se è vero come è vero che la montagna è libera e di tutti, chi avrebbe potuto bloccare i due nella loro impresa? Questo considerando che nella loro ascesa erano stati avvisati nella finestra temporale troppo limitata per proseguire. Domande che giriamo a chi la montagna la vive ogni giorno e che del Gran Sasso ha fatto la sua seconda casa, Luigi Faccia, consigliere delegato per la montagna. "La montagna è libera, è di tutti - ha detto Faccia -. Sta nella propria coscienza, poi, comportarsi nel giusto modo. Ci sono delle norme di comportamento che si devono rispettare. Quindi, quando si va in montagna bisogna vedere le previsioni meteo, il pericolo valanghe dal bollettino meteomont, poi bisogna essere attrezzati, portare quello che la legge prescrive e bisogna affrontare i percorsi dove si va a seconda della propria capacità sia tecnica che fisica. Quando si rispettano queste regole, è difficile che la montagna diventi pericolosa perché la montagna diventa pericolosa perché noi la facciamo pericolosa, la montagna sta lì".