09 Dicembre 2024
Sette persone denunciate, oltre 1800 reperti archeologici recuperati (tra manufatti e monete antiche). E' il risultato di una vasta operazione condotta dai Carabinieri sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Pescara. Le indagini sono durate oltre un anno. Avevano preso il via nell'agosto del 2023, dopo che due persone erano state sorprese ad effettuare ricerche con il metal detector dentro l'area archeologica di Peltuinum, nel Comune aquilano di Prata d'Ansidonia. Un comportamento, è stato poi appurato, reiterato dai due anche in altre aree sosttoposte a vincolo archeologico, questa volta nel Comune pescarese di Popoli Terme. Sono quindi scattate le perquisizioni, che hanno peremsso di recuperare oltre 500 manufatti di natura archeologica e paleontologica e quasi 500 monete antiche. Oltre a strumenti per la ricerca e la pulizia di materiale archeologico. Il Ministero della Cultura ha predisposto un esame tecnico sulle monete (catalogate come "di natura archeologica" e quindi tutelate dal Codice dei Beni Culturali). I reperti numismatici sono risultati provenienti dall'area dell'Italia centro meridionale. Le indagini dei Carabinieri si sono poi allargate, ed hanno fatto venire a galla il coinvolgimento di altre cinque persone nelle attività di scavo clandestino. Le uteriori perquisizioni, infine, hanno permesso di ritrovare altre 274 monete antiche e quasi 600 oggetti di varia natura, frutto di ricerche archeologiche ilecite. I sette denunciati sono stati accusati, a vario titolo ed in concorso tra loro, di violazioni in materia di ricerche archeologiche, possesso ingiustificato di strumenti per il sondaggio del terreno, furto e ricettazione di beni culturali.