10 Dicembre 2024
Può partire il conto alla rovescia: venerdì, dunque fra tre giorni, via le barriere dall’ipogeo di Piazza Garibaldi. Un vero e proprio evento per la città che attende che il cuore pulsante della viabilità teramana torni alla normalità. I lavori sono agli sgoccioli ed entro il fine settimana la rotonda dovrebbe, il condizionale ormai è d'obbligo, tornare pienamente fruibile. Un lavoro di riqualificazione dell’ipogeo iniziato nel luglio del 2023 e che avrebbe visto il termine a settembre dello stesso anno. Poi, una serie di intoppi dettati da infiltrazioni non previste all’interno della sala ipogea hanno rallentato i lavori. La sala Ipogea, tuttavia, resterà chiusa, visto che necessita di ulteriori lavori. La nuova piazza vedrà zampilli d’acqua con fontane in corrispondenza delle tre strade d’accesso: viale Crucioli, viale Bovio e ponte San Gabriele. E proprio a proposito dei tanto richiesti zampilli d’acqua da parte della nostalgica cittadinanza, interviene in una nota Teramo Vive capeggiato dall’ex assessore Valdo Di Bonaventura. “Il restyling sicuramente migliorerà l’aspetto dell’ipogeo, rendendolo più accattivante grazie all’installazione di getti d’acqua a terra, al ritorno del datario e a un’illuminazione potenziata. Tuttavia, l’intervento rappresentava un’occasione per restituire alla città un simbolo caro ai teramani: la fontana centrale della piazza. Il progetto originario, firmato dall’architetto Cafà su incarico proprio dell’ex assessore Di Bonaventura, includeva proprio la realizzazione di questa fontana. “Tale proposta - spiega Di Bonaventura - è stata accantonata quando la gestione dell’opera è passata dall’assessorato alle Manutenzioni a quello dei Lavori Pubblici. In quell’occasione, si decise di affidare l’incarico a un nuovo progettista, che elaborò un progetto completamente diverso, con il consenso dell’allora assessore Cavallari e dell'attuale Sindaco D’Alberto. Questa scelta ha privato la città di un elemento identitario, molto amato dai cittadini. Coinvolgere la comunità nella decisione avrebbe potuto trasformare Piazza Garibaldi in un luogo ancora più rappresentativo e valorizzare ulteriormente uno spazio di grande importanza per l’ingresso alla città. Il risultato finale, seppur accettabile sotto molti aspetti, lascia un senso di incompiutezza e il rimpianto per ciò che poteva essere realizzato: la fontana” conclude Di Bonaventura.