06 Gennaio 2025
C’è un allarme sempre più pressante: quello degli attacchi informatici. I dati sono allarmanti e mostrano una crescita vertiginosa rispetto allo scorso anno, con un incremento delle vittime del 185%. Ogni attacco informatico nasce da una fase di ricognizione in cui chi attacca cerca di identificare informazioni pubbliche e semi-pubbliche rese disponibili da terzi. Il tema della cybersecurity è centrale e prodromico a ogni attività in rete. Un dato particolarmente preoccupante riguarda le piccole e medie imprese, che rappresentano l'80% delle vittime. Questo mette a rischio il tessuto economico del nostro territorio, perché queste realtà spesso non dispongono delle risorse e delle competenze necessarie per difendersi adeguatamente. L’attacco hacker all’ASL dell’Aquila è stato un esempio eclatante. In materia di cyber sicurezza, sarebbe utile investire nella cultura del rischio digitale. Siamo in ritardo ma dobbiamo recuperare per garantire una tutela ai cittadini. Dobbiamo investire molto sulla cultura del rischio digitale e questo è un elemento che deve pervadere qualsiasi persona perché nel momento in cui si aumenta la consapevolezza del rischio si inizia a tratteggiare una strategia. Abbiamo tanti strumenti ma bisogna cercare di semplificare e investire nelle capacità di miglioramento. Ma cosa sono esattamente questi attacchi informatici? Spesso si parla di "malware", ovvero applicazioni o codici dannosi che compromettono il funzionamento dei nostri dispositivi. Questi programmi possono causare accessi non autorizzati, furto di dati o addirittura il blocco completo del dispositivo, con richieste di riscatto per la sua riattivazione. Le tecniche utilizzate sono diverse, tra cui le false email e i siti web dannosi. Come possiamo difenderci? La parola chiave è “prevenzione”. La formazione e l’informazione dei cittadini, ma anche dei dipendenti delle aziende, sono fondamentali per riconoscere le minacce e adottare comportamenti sicuri online.