07 Gennaio 2025
A girare l’angolo della piazza si fa un salto indietro nel tempo, di almeno sedici anni. Quando il liceo era ancora lì, alle spalle del poeta a cui è intitolato. I ragazzi aspettano fuori per un primo giorno di scuola, dopo le feste, che oggi non è traumatico, né triste. Anzi. Al suono della campanella i liceali del classico entrano di corsa verso il cortile, non vedono l’ora di conoscere la loro antica casa, oggi nuova dopo sedici anni di attesa e circa 6 milioni di euro di lavori, tra adeguamento sismico e nuovi impianti. Nel cortile si aggira anche Franco Caccavella, che è il più anziano dei liceali in vita. Qui prese la maturità nel 1955 e oggi non è voluto mancare all’appello del ritorno. Che per Sulmona è anche e soprattutto un luogo d’identità, la speranza di rianimare un centro storico di cui il liceo è stato da sempre il cuore pulsante. La scuola non è più quella dei tempi antichi: moderna e attrezzata, con rifiniture che rispettano però il suo passato. C’è ancora da allestire qualche spazio, ma l’importante è essere dentro, finalmente. Seppur con qualche disagio, a partire dalla palestra che costringerà gli studenti ad andare al palazzetto. Un disagio che si sopporterà, in cambio di una sede che non è solo una scuola, ma un bene comune.