Delfico, dopo le accuse la replica del presidente della Provincia D’Angelo

di Serena Suriani

06 Gennaio 2025

Non è stata una scelta solitaria e non è vero che la Provincia non ha condiviso con la dirigenza del Convitto il progetto della scuola modulare.  Questi i due aspetti più rilevanti in merito alle contestazioni che in questi giorni sono mosse all’Ente in merito alla realizzazione di una struttura modulare al Polo scolastico della Cona. La Provincia ha promosso quattro assemblee pubbliche con Comune dirigenza, Comitati e rappresentanti di studenti. Ci sono stati numerosi incontri "tecnici" e "istituzionali" con Dirigenza scuola, funzionari e dirigenti di Provincia e Comune, Ufficio scolastico provinciale, legali.  Sono state valutate in maniera oggettiva tutte le ipotesi alternative “misurando” spazi e tempi di realizzazione e a fronte delle comparazioni tutti hanno concluso che la Cona è il male minore. “In tutti questi mesi, molto difficili – sottolinea il presidente Camillo D’Angelo -  ho evitato ogni altra considerazione che non fosse istituzionale e tecnica. In Provincia abbiamo affrontato questa grave situazione valutando unicamente gli aspetti concreti e oggettivi evitando di farci coinvolgere nelle strumentalizzazioni politiche. Ma ora non posso non rilevare la totale inadeguatezza e la mistificazione dei fatti del centro destra e di chi, cavalcando la giustificabile onda emotiva di una vicenda che impatta su tante famiglie, continua a fare affermazioni che sanno essere assolutamente lontani dalla realtà dei fatti presenti e passati.  Anch’io vorrei una sede adeguata in centro storico ma fino ad ora questa sede non è stata individuata. Anch’io vorrei far rientrare tutti al Convitto. Anch’io vorrei che i lavori di adeguamento sismico del Convitto si potessero realizzare con gli studenti dentro. Abbiamo aspettato, confrontato in maniera trasparente tutte le soluzioni proposte. Che soluzioni, però, non erano; alla luce di quanto accade devo credere che sono state proposte unicamente per buttare fumo negli occhi. Ora ho il dovere di realizzare una alternativa e sono il primo ad augurarmi che non serva. Fra qualche giorno, però, i genitori dovranno decidere dove iscrivere i propri figli. E noi dobbiamo indicare una sede altrimenti non ci sarà nessun iscritto. Ora ne abbiamo una, altrimenti non ce ne sarebbe stata nessuna perché nessuna delle ipotesi avrebbe garantito la realizzazione di una struttura in così breve tempo, all’interno di un Polo scolastico esistente. E il danno per la città sarebbe enorme. Nel merito delle questioni sollevate in queste ore:  la Provincia non può aspettare i tempi della magistratura sull'istanza di dissequestro - che verrà presentata  - perché deve avere un'alternativa pronta in maniera da poter garantire che comunque ci sia un Convitto. Se il Convitto venisse dissequestrato bisognerà avviare i lavori. I tecnici hanno già espresso molti dubbi sul fatto che un cantiere di quel tipo possa convivere con la frequenza scolastica e in questo caso anche con convittori, quindi con una presenza di studenti e personale diurna e notturna. Per la Provincia (che va ricordato non ha avuto alcun ruolo negli appalti di ricostruzione sismica, l’Ente non ha scelto imprese, tempi e modi) la soluzione più facile sarebbe quella di far rientrare tutti al Delfico considerato l’impegno economico, operativo e amministrativo che l’Ente sta dedicando a questa vicenda. Infine l’Ente ha ampi margini - considerato che l’area della Cona è di proprietà ed è molto estesa - per migliorare spazi e logistica del convitto modulare e anche quelli degli Istituti esistenti per garantire risposte adeguate alle richieste delle scuole ospitate”.

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