26 Novembre 2024
Le indagini delle Fiamme Gialle di Pescara, su delega della locale Procura della Repubblica, hanno consentito di individuare un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di numerosi reati: emissione di fatture per operazioni inesistenti, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, illecita somministrazione di manodopera, truffa ai danni dello Stato per indebita percezione di contributi pubblici legati all’emergenza da COVID-19, intestazione fraudolenta di valori, autoriciclaggio, riciclaggio e reimpiego di capitali illeciti. Secondo l’ipotesi investigativa il sistema fraudolento è stato realizzato da una famiglia imprenditoriale pescarese con la collaborazione di un commercialista del chietino, attuando un vero e proprio sistema di pianificazione fiscale attraverso il quale le società dotate di effettiva consistenza aziendale utilizzavano le fatture emesse da società cartiere prive sia di struttura logistico-amministrativa che di consistenza patrimoniale/finanziaria. In questo modo le società che hanno utilizzato le fatture per operazioni inesistenti hanno potuto ridurre al minimo il loro carico fiscale, così sottraendosi al pagamento delle imposte e addirittura riuscendo a rientrare anche nei parametri richiesti dalla normativa emergenziale per la pandemia da COVID-19 per ottenere i contributi a fondo perduto. Al fine di rendere più difficoltosa l’individuazione dei proventi illeciti del sistema fraudolento, il sodalizio ha utilizzato anche conti correnti in Germania, Olanda, Lituania e Regno Unito, individuati mediante l’attivazione di Ordini Europei d’Indagine. I profitti illeciti generati ammontano ad oltre 12 milioni di euro, per lo più reinvestiti in beni immobili intestati a ONLUS fittizie, con lo scopo di occultare l’ingente patrimonio illecitamente acquisito. Le fiamme gialle hanno sequestrato conti correnti, e oltre 100 immobili siti tra le province di Pescara, Chieti, L’Aquila e Teramo, risultati essere in possesso degli indagati.