27 Novembre 2024
Da oggi in Corte di Cassazione ultimo atto del processo per la tragedia dell'hotel Rigopiano di Farindola che il 18 gennaio 2017 fu travolto e distrutto da una valanga: 29 le vittime, 11 i superstiti. Gli ermellini sono chiamati a decidere sui vari ricorsi presentati a seguito della sentenza dello scorso febbraio in Corte d'Appello a L'Aquila che aveva confermato le condanne di primo grado, aggiungendo quelle a 1 anno e 8 mesi per l'allora Prefetto di Pescara Francesco Provolo, per omissione di atti d'ufficio e falso e per la mancata attivazione del Centro Coordinamento Soccorsi, e quella a 1 anno e 4 mesi per il suo vice Leonardo Bianco, per il solo reato di falso. Questa mattina in aula il sostituto procuratore generale di Cassazione ha chiesto un appello bis per l'ex prefetto di Pescara, per valutare anche le accuse di concorso in omicidio colposo, in lesioni colpose e in depistaggio per le quali è stato assolto in Appello. L'accusa ha chiesto, inoltre, la conferma delle condanne dei dirigenti della Provincia Paolo D'Incecco e Mauro Di Blasio, dell'ex gestore dell'hotel Bruno Di Tommaso, dell'allora sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta e del tecnico del comune, Enrico Colangeli, e l'annullamento delle assoluzioni nei confronti di sei persone, rappresentanti dell'autorità regionale di protezione civile. Si tratta dei dirigenti della Regione Caputi, Visca, Primavera, Antenucci, Giovani e Belmaggio, assolti in secondo grado, ma i quali dovranno rispondere della mancata attivazione della Carta Valanghe da parte della Regione Abruzzo. All’esterno dell’aula i parenti delle vittime: “Stare insieme ci conforta e ci dà la forza di andare avanti, siamo una grande famiglia”, hanno detto. Oggi, dunque, la lunga relazione della Procura Generale, quindi le parti civili; nell'udienza di domani parola alle difese. La sentenza è attesa domani, verosimilmente in serata.