17 Marzo 2025
L'Abruzzo si trova di fronte a un bivio cruciale: aumentare le tasse o rischiare il commissariamento della sanità. Il deficit sanitario di 67 milioni di euro impone scelte difficili, e l'aumento dell'addizionale Irpef sembra essere l'unica via percorribile. Gli uffici regionali stanno valutando due scenari principali. L'Aliquota unica al 3,33%, opzione che prevede un'aliquota fissa per i redditi superiori a 28.000 euro, con un aggravio che varia dai 30 euro per i redditi fino a 30.000 euro ai 1.152 euro per i redditi fino a 100.000 euro. E gli scaglioni differenziati. Questa seconda ipotesi prevede tre scaglioni di reddito, con aliquote diverse: 2,6% per i redditi fino a 50.000 euro e 3,33% per i redditi superiori. In questo caso, l'impatto sarebbe minore per i redditi medio-bassi. Con un'aliquota al 3,33%, l'Abruzzo si posizionerebbe al secondo posto in Italia per l'Irpef più alta, a pari merito con Lazio, Campania e Toscana, e dietro solo al Molise. La Regione Abruzzo, guidata dal centrodestra, ha sempre considerato l'aumento delle tasse un tabù. Tuttavia, la necessità di risanare il deficit sanitario potrebbe costringere la Giunta a rivedere la propria posizione. L'ipotesi dell'aumento dell'Irpef ha già suscitato forti reazioni da parte delle opposizioni, che parlano di "stangata" per i cittadini abruzzesi. La decisione finale sull'aumento dell'Irpef sarà presa entro l'11 aprile, data entro la quale la Regione dovrà presentare al Tavolo di monitoraggio del Ministero della Sanità un piano di rientro dal deficit.