18 Settembre 2024
Dopo le proteste di piazza, l’ultima lo scorso 15 settembre, e l'imponente raccolta di firme, ad oggi più di 127.000, le associazioni animaliste LAV, LNDC Animal Protection e WWF Italia tornano a ribadire con forza la loro opposizione alla decisione adottata l'8 agosto scorso dalla Giunta regionale che autorizza il "prelievo selettivo", di fatto l'abbattimento, di 469 cervi in due aree dell'aquilano a partire dal prossimo 14 ottobre. Questa volta, però, passano alle vie legali. Oggi hanno depositato al TAR dell'Aquila il ricorso con il quale chiedono in primis la sospensione del provvedimento così da garantire la vita degli animali, per poi procedere alla censura della delibera. "Non è tollerabile – dichiarano le associazioni – che le interazioni fra gli animali selvatici e le attività umane che si svolgono sui territori si risolvano sempre con la condanna a morte degli animali, tanto più in un caso come questo dove mancano dati certi e il censimento dei cervi è stato eseguito dai cacciatori". I dati menzionati fanno riferimento ai presunti danni che i cervi causerebbero alle colture e alla viabilità, che sono i due motivi centrali che hanno portato la Giunta ad adottare e difendere il provvedimento. “Dati fumosi” li definiscono le associazioni. Ad aggravare la questione ci sarebbe poi la considerazione della fauna come una fonte di arricchimento degli stessi organismi che organizzano i prelievi. Allegato alla ormai nota delibera è presente un disciplinare che contiene anche un vero e proprio tariffario. I cacciatori assegnatari dei capi da uccidere dovranno versare un contributo economico, chiamato premio, che varia, tra le altre cose, in base all’età e al sesso degli animali abbattuti. Somme di denaro, denuncia il WWF, di cui saranno beneficiari gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC). “E’ evidente – tuona - il fragoroso conflitto d'interesse”. Ora si attende il pronunciamento del TAR. “Auspichiamo – concludono le associazioni - che la Regione Abruzzo voglia rivedere questa decisione e giungere almeno ad una sospensione della delibera e all'avvio di un confronto tecnico, fino ad oggi mancato”.