20 Settembre 2024
A tirare la linea tra il 2023 e il 2024, mese di settembre, il numero dei Ducato entrati e usciti dallo stabilimento Magneti Marelli di Sulmona, è quasi dimezzato: dai 1200 al giorno di dodici mesi fa ai 620 di oggi. Un andamento, o meglio un andazzo, che rispecchia quello del principale fornitore di lavoro, ovvero la ex Sevel, oggi Stellantis, di Atessa, dal quale dipende l’80% della produzione sulmonese. La crisi dell’automotive, insomma, si fa sentire su tutta la filiera e il rischio è che dove i riflettori sono meno potenti, si possa precipitare nell’oscurità. Per questo oggi la segretaria provinciale della Fiom Cgil, Simona De Sanctis, è tornata a suonare la sveglia, soprattutto alla politica: "I volumi della fabbrica peligna sono strettamente legati ad Atessa. Stessa potenzialità produttiva e il quadro non è proprio roseo – ha detto -. Nonostante i nostri appelli e l'allarme più volte lanciato, non vediamo un interessamento strutturato da parte della politica". A parte un incontro a cui è stato invitato il sindaco Di Piero, infatti, la Magneti Marelli non rientra mai o quasi mai nell’agenda che la politica regionale, in particolare, sta intessendo in questi giorni per trovare soluzioni e rassicurazioni dal gruppo Stellantis. E questo nonostante a Sulmona siano già partiti dopo le ferie di agosto e fino ad agosto 2025, i contratti di solidarietà, che salvano lo stipendio e i contributi per i 462 dipendenti, ma non assicurano certo sonni tranquilli. Nonostante, e forse perché anche, da quasi un mese nello stabilimento sulmonese è stato abolito il turno notturno, salvo rare e necessarie eccezioni. Le commesse garantite fino al 2031 hanno alleggerito un po’ il peso, ma se questi resteranno i volumi di produzione, c’è molto da preoccuparsi. Anche perché Magneti Marelli, ad oggi, non ha ancora un piano di investimenti serio su Sulmona che, al contrario, ha bisogno di prospettive. Almeno quelle.