25 Ottobre 2024
Dopo l’inchiesta del 2002 sul Borexino e quella del 2017 sull’emergenza potabilità, c’è un terzo procedimento che pesa sul Traforo del Gran Sasso: la Procura infatti, ha aperto un’inchiesta per indagare sul caso dell’acqua torbida durante i sondaggi con un fascicolo per ora contro ignoti in cui si ipotizza il reato di getto pericoloso di cose. I magistrati sono gli stessi che nel 2017 hanno firmato il procedimento per cui è ancora in corso un maxi processo con dieci imputati per i reati che vanno dall’inquinamento ambientale al getto pericoloso di cose. Resta intanto l’incognita sul quando e sul se riprenderanno i lavori all’interno del traforo con le conseguenti gravi ripercussioni per la viabilità. Il parere dell’assessore regionale alle infrastrutture Umberto D’Annuntiis è che “comunque la notizia importante è che l’acqua inquinata non sia andata a finire nell’acquedotto. Adesso bisognerà capire meglio quale saranno i prossimi passaggi per riprendere i lavori nel traforo. Per quanto riguarda la viabilità, ad oggi, non sci sono alternative alla chiusura della galleria a senso alternato. In ogni tavolo è stata esclusa la possibilità di poter usufruire di un’unica galleria per entrambi i sensi di marcia, sia per motivi di sicurezza che ambientali”.