24 Ottobre 2024
Era così, è diventata così: una villa con rimessa dove c’era una baracca. In pieno parco urbano dove è vietata l’edificazione di ogni genere e dove le uniche opere dovrebbero essere per utilità pubblica. Di pubblico, però, questa villa ha solo i soldi che sono serviti per realizzarla, costruita con il superbonus 110, con un ampliamento sfruttato sulla legge 43, con una sanatoria che risale al 1991 e che i comitati cittadini, che avevano presentato un esposto in procura, sostengono sia stata annullata dal ministero proprio perché in violazione della tutela paesaggistica che ordina l’area. A due passi dalla fontana e la chiesa di Roncisvalle, sulla strada del Tratturo, da cui prende anche il nome dell’indirizzo. Oggi, così, la polizia provinciale su ordine della procura di Sulmona ha messo i sigilli a quello che è un cantiere quasi ultimato: ruspe ferme, insomma, e sequestro della villa, in attesa che l’inchiesta aperta dai magistrati delinei eventuali abusi. Per il momento sono quattro le persone iscritte nel registro degli indagati, due proprietari e due tecnici, ma l’indagine non è certo finita. Perché potrebbe coinvolgere anche il Comune, perché qualcuno, comunque, quei lavori li ha autorizzati, dando la concessione edilizia, permettendo, nei fatti, di trasformare quella baracca in una villa a cinque stelle in una zona per la quale il piano regolatore prevede tutt’altro. Caso, non per niente, finito anche nell’Aula di palazzo San Francesco, dove la consigliera comunale Teresa Nannarone presentò un’interrogazione al sindaco che, sostanzialmente, se ne tirò fuori, spiegando che erano atti, quelli, fatti e gestiti dagli uffici, su cui la politica non aveva voce, né influenza. Un caso sollevato dal comitato cittadini per l’ambiente che a palazzo Capograssi aveva chiesto di indagare dalla primavera scorsa dopo che, il Comune, inspiegabilmente, aveva negato l’accesso agli atti.