"I Musp per i convittori del Delfico non sono adeguati"

di Serena Suriani

03 Gennaio 2025

Dopo l’annuncio della realizzazione dei moduli scolastici provvisori che accoglieranno gli studenti del convitto Delfico alla Cona, si sollevano le polemiche della Comunità del Delfico: quegli spazi non sono adeguati alle esigenze degli studenti, la Provincia avrebbe dovuto coinvolgerci per trovare una soluzione condivisa, spiegano. “Il progetto non comprende tutte le scuole, ma solo il Convitto, come se esso potesse vivere di vita propria. Forse è necessaria maggiore chiarezza attraverso un’espressione (ci perdoneranno i fini matematici) che mostri un’altra esigenza preponderante, cioè quella di mantenere unite le scuole annesse. Primaria, Secondaria di Primo e Secondo Grado, insieme. Partendo da questo assunto (o forse, per continuare con termini matematici potremmo parlare di assioma), se ne deduce che non potrà esistere il Convitto senza le Scuole Annesse, né le Scuole Annesse potranno sopravvivere al Convitto. (NdA: Per altro il termine UNITÀ dovrebbe essere ben noto alla parte politica che governa la città sia al Comune che alla Provincia, quantomeno dovrebbe essere noto a chi, per sorte o per buona volontà, conosca un minimo di storia della politica italiana). Perché allora il Presidente della Provincia insiste con la delocalizzazione e con la frammentazione del Convitto Nazionale? “Honi soit qui mal y pense!”, Si vergogni chi pensa male, risponderebbe Edoardo III, re d’Inghilterra. Potrebbe davvero volere il male di una scuola colui che dovrebbe avere a cuore il futuro della stessa? Noi non lo crediamo, ma abbiamo bisogno di capire alcune cose poco chiare a menti non abbastanza esperte nella progettazione edile, come invece lo è il Presidente. Facciamo dei conti spicci, da profani: da progetto, le stanze per i convittori misurano 5,76 m X 2,24 2,34, una metratura inferiore ai 27 metri quadri; si contano cinque stanze per un settore e cinque per l'altro, ciò vuol dire che ogni stanza dovrà ospitare 6 studenti. La nostra curiosità ci spinge ad indagare sulla normativa per le stanze d'albergo, le cui metrature risultano 9 metri quadri per la stanza singola e 14 per la doppia. Questo ha dell’incredibile, considerando anche la recente esperienza con il Covid, che avrebbe dovuto insegnarci una maggiore tutela in materia di salute pubblica. A questo punto un’altra domanda arriva spontanea a noi povere piccole menti: chi dovrebbe vigilare? La ASL non dovrebbe controllare le condizioni di salubrità? La nostra curiosità poi si allarga per comprendere come siano strutturate le aree funzionali attigue e scopre che mancano il servizio di portineria, un servizio lavanderia e guardaroba sufficientemente ampio da poter consentire il deposito di bagagli ed effetti personali degli studenti di lunga permanenza, l'infermeria. Oltre a ciò, la mensa risulta sufficiente solo per i convittori residenti, ma non per gli studenti semiconvittori delle scuole annesse i quali dovrebbero usufruire del servizio che, ora sospeso, risulta parte integrante del semiconvitto. Tante sono poi le domande che si affastellano: la cucina e i magazzini sono sufficientemente dimensionati alla preparazione del numero dei pasti necessari? i servizi igienici e le docce sono in numero sufficiente per il totale degli utenti? Le zone studio consentono sia la socializzazione che uno studio individuale? Sarebbe bastato interloquire con la Dirigente per avere la misura delle cose; invece, la stessa apprendeva dai “Due punti” la notizia dell’inizio dei lavori. Eppure, la politica dovrebbe essere per il bene della “polis”, della città e dei suoi cittadini, non certo per curare interessi che vadano contro il sentire comune. Fatte queste considerazioni basilari, il Presidente dovrebbe rispondere a qualche altra domanda mossa dalla nostra curiosità. Che fine ha fatto la super perizia pagata col danaro dei cittadini? Perché non è stato chiesto il dissequestro per vie ordinarie, visto che la Cassazione non si è pronunciata nel merito della staticità dell’edificio? Perché il Sindaco non concede lo Stadio o l’area della San Giuseppe messa a disposizione dai proprietari? Noi vogliamo un’area nel centro storico che possa contenere tutta la realtà del Convitto, per il bene della scuola e dell’intera comunità cittadina e, per ottenere ciò, raccoglieremo le firme di tutti coloro che hanno a cuore la vita di questa città” conclude la comunità del Delfico.

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