04 Gennaio 2025
Vi abbiamo già raccontato a fine novembre dell’andamento della ricostruzione privata post sisma 2009 in provincia dell’Aquila, e di come fosse stato istruito il 98% delle pratiche che sono state presentate. Restano da istruire ancora poco meno di seicento pratiche (per l’esattezza la cifra è 595). Quanto alla ricostruzione pubblica, si è molto più indietro, al 65,7%. Sebbene questi dati non siano una novità, a inizio 2025 Salvo Provenzano, titolare dell'Ufficio speciale ricostruzione dell'Aquila (Usra), li ha commentati. "Ci sono ancora situazioni complicate, aggregati fermi e cantieri non avviati o non conclusi, a causa di proprietà che non sono state mai regolarizzate, successioni non perfezionate, abitazioni in cui sono emersi degli abusi edilizi, e altri aspetti paradossali, come imprese che litigano in fase di cantiere. – ha affermato, facendo riferimento a queste circostanze come a dei “buchi neri che fanno male rispetto a tutto quello che è stato fatto”. “Lo strumento principale è il commissariamento, - ha continuato Provenzano - ma stiamo agendo anche con la 'moral suasion', va fatto capire che c'è un dovere morale da rispettare, alla luce del fatto che la ricostruzione non è un affare privato, perché i soldi sono pubblici". Tra i “buchi neri” ci sarebbero, per il titolare dell’Usra, anche tanti edifici pubblici di competenza del Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche, nonché le tante chiese rimaste al palo. "Sulle chiese a incidere è stato il cambio di normativa – ha osservato - che ha fatto diventare la ricostruzione da privata a pubblica, e questo ha rallentato per anni il processo, anche se ad ora non c'è più una situazione di stasi e si stanno finalmente aprendo numerosi cantieri”.