27 Marzo 2025
Non è stato un bel risveglio quello di questa mattina per l’assessora regionale Tiziana Magnacca, e non solo per lei a dire il vero: la notizia della conferma dei dazi americani a partire dal 2 aprile colpirà anche e soprattutto l’Abruzzo e il settore dell’automotive per il quale oggi, a Sulmona, si è tenuto il terzo tavolo regionale. Una misura che arriva in un momento molto delicato per il settore, che in Abruzzo rappresenta una parte importante, anzi preponderante del Pil. Per questo già da tempo si sta lavorando su più fronti: l’Abruzzo, ha spiegato l’assessora, ha chiesto lo sforamento del plafond degli ammortizzatori sociali per i lavoratori del settore, in considerazione che in regione sono diverse le attività dell’indotto che sono ormai in scadenza di cassa in deroga. Stellantis dal canto suo ha preso l’impegno a garantire i fornitori storici chiedendo facilitazione nei trasporti, mentre l’ipotesi dell’istituzione di un’area di crisi complessa per Abruzzo e Molise, anche solo sul settore automotive, resta difficile da percorrere come ha detto chiaramente il ministero nell’incontro avuto ieri. Non ci sono i numeri dei posti di lavoro persi e non c’è il tema della riconversione produttiva che è alla base della misura straordinaria. Per questo l’Abruzzo sta percorrendo strade alternative di sostegno, come i 58 milioni del Fesr deliberati ieri e a cui se ne aggiungeranno altri 30 per la piccola e media impresa, ma alla quale potranno attingere tramite finanziamenti alla ricerca anche i grandi gruppi. L’innovazione tecnologica e gli investimenti, dice l’assessora, sono d’altronde gli strumenti che oggi ha l’Abruzzo per farsi trovare pronto quando, si spera, nel 2026 l’aria comincerà a cambiare. Il riferimento è anche e soprattutto per la Marelli di Sulmona, uno degli stabilimenti legati all’automotive che sta soffrendo maggiormente la crisi e dove non solo non si vedono investimenti, ma anzi si prospettano ulteriori riduzioni. I sindacati hanno infatti ribadito il rischio che a dicembre anche la produzione dei braccetti del Ducato venga spostata in India da Marelli e per questo hanno chiesto alla Regione di intervenire. Voci di corridoio che la Magnacca ha chiesto di formalizzare per presentarsi al tavolo di confronto con dati certi. Non si può d’altronde ottenere da Stellantis l’assicurazione a bloccare l’insourcing e allo stesso tempo permettere che il lavoro anziché ad Atessa finisca all’estero.