29 Marzo 2025
Sedici anni di attesa, sedici anni di silenzio. La comunità di Roio, frazione dell'Aquila, ha espresso la sua profonda frustrazione per la mancata riapertura del Santuario, un luogo sacro che rappresenta il cuore pulsante della loro fede e della loro identità. "Sedici lunghi anni sono trascorsi da quel giorno in cui la terra tremò, scuotendo non solo le fondamenta del nostro amato santuario, ma anche le nostre anime", ha dichiarato un portavoce della comunità durante una manifestazione pacifica davanti al santuario chiuso. La comunità, unita nella speranza e nella determinazione, si è raccolta per chiedere ciò che è giusto, ciò che è necessario, ciò che per loro è sacro Il restauro del santuario, iniziato dopo il terremoto del 2009, è diventato un simbolo della resilienza e della fede incrollabile della comunità. Tuttavia, i lavori di restauro procedono a rilento, lasciando un vuoto tangibile nelle vite dei fedeli. Ogni pietra di quell'edificio sacro racconta una storia, ogni arco sussurra preghiere di generazioni passate, ci tengono a far sapere i fedeli. Non intendono permettere che il silenzio continui a regnare. La comunità chiede con fermezza che i lavori di restauro vengano completati e che il santuario venga finalmente restituito alla sua gente. Non è solo una questione di mattoni, ma di spirito e comunità. Questo luogo sacro è stato il cuore pulsante della loro fede per secoli, un faro di conforto nei momenti bui, un rifugio per le anime in cerca di pace. I fedeli di Roio ricordano con commozione le lacrime versate, le preghiere sussurrate e le candele accese in attesa di questo momento. Ora, con una sola voce, chiedono che questa attesa non sia vane. Il tempo della pazienza ha i suoi limiti.