29 Marzo 2025
Spifferi di guerra che entrano dalle finestre dell’Europa. A ovest i dazi di Trump verso gli europei etichettati come parassiti dal tycoon e dal suo vice JD. Vance. A est la pace in Ucraina che latita e le bombe che piovono da millecentotrenta giorni. In Medio Oriente il fuoco che si ravviva sotto ceneri e macerie palestinesi. In mezzo l’Unione Europea, tra riarmo e kit di sopravvivenza in caso di crisi. La pace è nascosta nello scacchiere dal precario equilibrio, magari tra i monti abruzzesi, negli eremi e nei luoghi di Celestino V, personaggio chiave del progetto della Fondazione Carispaq “Le Capitali Celestiniane della Pace”. Ieri un altro capitolo del programma avviato nel 2022 dal presidente Domenico Taglieri. Ospite a Sulmona, per fare il quadro della situazione Geopolitica, l’ex direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli, che per la pace predica calma e pazienza. Una pace multipolare da cucire, senza sbavature, senza commettere gli errori di Yalta, dove per le ragioni dell’Occidente si scaricarono sul terzo mondo tensioni, conflitti e violenze. Lo testimoniano le cinquantadue guerre ancora in corso nel globo. Cinquantaquattro se si contano anche quelle mediaticamente più vicine: Ucraina e Palestina. E sul ruolo degli Stati Uniti e di Donald Trump, Mieli si riserva di esprimere un giudizio netto in un futuro non troppo prossimo.