03 Aprile 2025
“Stop alle telefonate” nel carcere di Sulmona. Lo ha annunciato ieri la comandante della polizia penitenziaria della Casa di reclusione Alessandra Costantini nel corso della cerimonia per la celebrazione dei 208 anni della fondazione del Corpo. Un provvedimento più volte auspicato, ma mai reso operativo, anche e soprattutto per le inevitabili ripercussioni e disagi che la schermatura dell’area ai piedi del Morrone comporterà anche alle comunicazioni interne degli addetti alla sicurezza. Un provvedimento, però, necessario per arginare un fenomeno che non si riesce ad arginare: solo lo scorso anno, ha ricordato la comandante, sono stati sequestrati dietro le sbarre 111 telefoni cellulari, con l’operazione del 18 dicembre scorso, quando vennero trovati una quarantina di device, che è stata tra le più imponenti mai fatte in Abruzzo. Il nuovo anno si è aperto d’altronde con numeri più bassi, ma pur sempre presenti: segno che il fenomeno è tutt’altro che debellato. Per questo si è finalmente deciso di affrontare il problema alla radice, anzi alla “cima”: l’attivazione di jammer, ovvero disturbatori di frequenza, infatti, impedirà le comunicazioni via etere, rendendo di fatto inefficaci e inutili i telefoni cellulari. E non solo quelli: i disturbatori di frequenza creeranno problemi di gestione anche ai droni che sono lo strumento più utilizzato per il trasporto dei telefoni, ma anche per quello di droga e altro materiale vietato in regime penitenziario. La Costantini ha detto che la schermatura della Casa di reclusione di via Lamaccio sarà portata a termine entro il mese di dicembre. Un provvedimento che arginerà, si spera, la capacità di contatto con l’esterno dei circa cinquecento ospiti del penitenziario, tutti detenuti in regime di alta sicurezza. Che tanto alta, finora, non è stata.