03 Aprile 2025
I consiglieri regionali di Pd, M5s, Avs, Azione, Riformisti e della lista civica Abruzzo Insieme, che sotto la guida di Luciano D'Amico formano la coalizione Patto per l'Abruzzo, hanno occupato l'aula del Consiglio regionale abruzzese all'Aquila per protestare contro l'aumento delle tasse e la gestione del deficit sanitario. Questo mentre dalla Commissione è stato espresso, a maggioranza dei presenti, il parere favorevole sul progetto di legge di iniziativa di Giunta regionale, "Disposizioni in materia tributaria". Una riunione lampo, iniziata poco prima delle 12, e chiusa con la decisione di approvare un testo senza alcuna revisione emendativa. Il centro destra dunque sembrerebbe arrivare compatto alla votazione prevista per questo pomeriggio in consiglio, salvo sorprese dell'ultimo secondo. Cosi il consigliere del Patto per l'Abruzzo Luciano D'Amico: «E’ lo strumento estremo nel pieno rispetto delle istituzioni cui abbiamo deciso di far ricorso per evidenziare come questo governo di centro-destra abbia cacciato la regione in un vicolo cieco – ha commentato il leader delle opposizioni Luciano D’Amico – Il provvedimento che portano in approvazione prevede l’innalzamento alle aliquote massime, voglio ricordare che per i redditi fino 28mila euro, l’aliquota massima per legge è 1,73 e gli altri di fatto a 3,33, quindi le aliquote andranno al massimo. Ciò che ci viene detto è di approvare questa manovra perché altrimenti il ministero dell’Economia e finanze potrebbe portare al massimo le aliquote, ma in un caso o nell’altro, le aliquote saranno quelle e gli abruzzesi si troveranno a dover pagare imposte ulteriori in un momento in cui inflazione è al 20% e il governo Meloni, che aveva annunciato di ridurre ciò che loro definivano ‘pizzo di Stato’, cioè la pressione fiscale, l’ha portata invece dal 41,4% al 42,6%». «Questo significa - prosegue D'Amico - che gli abruzzesi con l’aumento delle tasse avranno una riduzione del 25% del potere di acquisto – ha aggiunto – Il governo riteniamo che non debba limitarsi a fare la somma dei costi e ripartirla tra gli abruzzesi, ma debba invece stabilire una strategia per aiutare i cittadini nel momento in cui hanno più bisogno e cioè nel momento in cu è necessario rafforzare il potere di acquisto degli abruzzesi cercare quantomeno di fornire dei servizi di assistenza sanitaria adeguata. Invece ci troviamo con abruzzesi costretti a farsi curare fuori, a rinunciare alle cure e a pagare il massimo dell’addizionale che, voglio ricordare, nel disegno di legge, non necessariamente è destinato alla sanità. Ciò che temiamo avendone avuto conferma in tutte le leggi licenziate in questa legislatura, è che l’addizionale andrebbe a finanziare mille rivoli di interventi a pioggia, non solo la legge Mancia, ma anche tutti gli altri provvedimenti che sistematicamente vengono inseriti nelle leggi approvate dal Consiglio».