02 Febbraio 2024
Un comitato solidale formato da diverse associazioni e dalla comunità islamica, organizza per domani pomeriggio un corteo per dire no al massacro di Israele a Gaza. Gli organizzatori tengono a ricordare i numeri del massacro: più di cento giorni dall’inizio dell’aggressione genocida di Israele a Gaza. Cento giorni che macchiano l’umanità. L’esercito israeliano ha ucciso 26.900 palestinesi, 10.000 bambini, 7.000 donne, 8.000 sono i dispersi, 65.949 i feriti e 25.000 i bambini rimasti orfani (31 gennaio 2024). Mai tanti morti tra i civili come a Gaza. Cento giorni di distruzione, fame, morte e dolore. Israele continua a bombardare ospedali, ambulanze, università, scuole stracolme di rifugiati; si spara sui civili in fuga. Centinaia di civili – giovani, vecchi e bambini – rinchiusi negli stadi, denudati e umiliati. Uccisi a sangue freddo decine di civili inermi davanti ai figli ed alle mogli. Distrutto il sistema sanitario, bambini a cui vengono amputati gli arti senza anestesia, madri e padri che implorano i medici di aiutare i loro bambini morti. Arrestati medici e personale sanitario che si sono rifiutati di evacuare gli ospedali. Pazienti intrasportabili lasciati morire dai soldati israeliani. Nessun posto è sicuro a Gaza. Gaza è stata rasa al suolo. Gaza è un cumulo di macerie e di morti. Fosse comuni e corpi in decomposizione per le strade. Le madri scrivono su braccia e gambe dei propri figli i loro nomi per poterne riconoscere i resti dopo un bombardamento, resti raccolti in buste di plastica. Privati di cibo, acqua, elettricità, internet, i palestinesi che ancora non sono stati uccisi sopravvivono in condizioni definite disumane ed apocalittiche dall’ONU. Un’intera generazione di bambini traumatizzata. L’inferno in terra. Non solo a Gaza: in Cisgiordania i cecchini sparano a sangue freddo sui civili non risparmiando i bambini, vengono demolite case e si continuano ad occupare i territori palestinesi. Cento giorni di guerra, cento giorni di atti abominevoli che pesano sulle nostre coscienze. Un genocidio taciuto dagli Stati con la complicità dei media. Una vergogna internazionale. A Gaza anche i giornalisti sono un obiettivo di guerra, uccisi in 117. Nessuno deve raccontare e documentare gli atti criminali e sadici dei soldati israeliani.